fbpx
Skip to main content

Leggere insieme: un rito per conoscersi e affrontare le paure

«Papà, mamma, cosa leggiamo stasera?»

Questa frase racchiude alcuni degli aspetti più significativi del rapporto che può essere stabilito tra genitori e bambini attraverso la lettura.

Uno di questi riguarda proprio l’instaurarsi di un rito: dalla domanda del bambino si capisce che l’atto di leggere, e del farlo insieme al padre o alla madre, è per lui una consuetudine. Ciò significa che è stato creato un appuntamento abituale che assume   il valore di una piacevole attesa e genera senso di rassicurazione e di “cura” dei suoi bisogni affettivi e cognitivi.

È utile anche prestare attenzione al luogo in cui si svolge il rito della lettura: può essere il letto per il momento che precede il sonno, ma anche il divano di casa in un particolare periodo della giornata; la creazione di un’atmosfera particolare, attraverso una luce bassa o una musica in sottofondo, possono poi rappresentare un ulteriore motivo di fascinazione.

QUALI SONO PER I BAMBINI I VANTAGGI DELLA LETTURA?

Leggere ai figli, e farlo fin dalla primissima infanzia, è di fondamentale importanza per una serie di motivi, la cui validità è confermata dagli studi delle neuroscienze, secondo i quali la precoce esposizione dei bambini alla lettura serve per:

  • arricchire il lessico: gli esperti di Nati per Leggere, associazione di pediatri e bibliotecari nata per sostenere la diffusione capillare della lettura tra i bambini da zero a sei anni, sostengono che “l’unico fattore statisticamente significativo per l’acquisizione del vocabolario è la frequenza della lettura da parte dei genitori”. Infatti, il numero di parole conosciute aumenta in modo esponenziale in base al tempo di lettura che è stato dedicato al bambino fino dai primi mesi di vita;
  • stimolare la curiosità atteggiamento determinante per aprire le porte alla conoscenza del mondo che ci circonda e del futuro sapere disciplinare;
  • comprendere e utilizzare la struttura narrativa che sta anche alla base della scrittura e della comprensione. “Il bambino – sostiene J. Bruner – apprende per strutture narrative”, basti pensare all’importanza del mito, che altro non è se non la spiegazione narratologica dei fenomeni della realtà;
  • aumentare la capacità di concentrazione e farlo attraverso la piacevolezza dell’interesse a seguire il filo della storia, allontanando le distrazioni;
  • imparare ad ascoltare, capacità delle più difficili da acquisire per il bambino, il quale deve mettere da parte l’egocentrismo che lo porterebbe ad intervenire e a interrompere l’altro;
  • educare al senso estetico, proponendo ai bambini libri con testi e illustrazioni di alta qualità, invitandoli all’osservazione e alle differenze di stile poniamo le basi per educarli alla bellezza e al pensiero critico.

Sono tuttavia convinta che questi validi motivi siano ancora poco se paragonati al fatto che il libro può rappresentare uno dei “mediatori” più efficaci per conoscere i propri figli. Attraverso la potenza delle storie, infatti, possiamo meglio comprendere quali siano le gioie, le preoccupazioni, le paure del bambino che sta ascoltando. Accompagnando la libera espressione del suo pensiero, senza intervenire direttamente con domande indagatorie, possiamo ottenere un duplice risultato: fornire a lui o a lei i mezzi per conoscere se stesso e a noi genitori informazioni utili per accompagnarlo nel suo percorso di crescita.

LEGGERE PER AFFRONTARE LE PAURE

Un esempio interessante per realizzare gli obiettivi di cui abbiamo parlato è costituito da un prezioso albo della collana “I Palloncini” di Raffaello Ragazzi dal titolo “Buio non mi fai paura”: leggendo il testo e osservando le illustrazioni stimolanti e ricche di dettagli, offriamo al bambino l’occasione per portare fuori di sé, per rendere oggettiva, una delle paure primarie, quella del buio. 

Dandogli la possibilità di esternare e magari verbalizzare la propria paura e i “fantasmi” che la abitano, forniamo al bambino un mezzo efficace per superarla.

Lo stesso processo può essere usato per affrontare altri momenti cruciali della crescita: la separazione dai genitori per l’ingresso al nido o alla scuola dell’infanzia, la difficoltà nel lasciare ciuccio e pannolino, la perdita dell’esclusività per la nascita di un fratellino o di una sorellina.

Il rito della lettura, dunque, consente di affrontare le problematiche a cui abbiamo accennato in un’atmosfera densa di intimità e di affetto, nella condivisione dell’impareggiabile piacere e del senso di protezione che prova il bambino nell’ascoltare un genitore che legge per lui. E che, in questo modo, sta mettendo le migliori premesse per favorire una crescita serena e armoniosa del proprio figlio.

Patrizia Ceccarelli

Autore