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Paola Valente racconta “La Maestra Tiramisù”

Nessuno vuole finire in quella scuola

Parecchi anni fa insegnavo in una scuola a tempo pieno. Mi occupavo di letteratura per ragazzi collaborando con le biblioteche, organizzando incontri con gli autori e disegnando tavole per illustrare storie per bambini. Inoltre mi dedicavo allo studio della fiaba classica leggendo sia la narrativa che la saggistica sull’argomento. In classe raccontavo le fiabe ai bambini. Erano scolari molto vivaci, mantenere la disciplina e l’attenzione non era affatto facile. Eppure, quando ascoltavano le storie, diventavano subito attenti e partecipi. Erano davvero affamati di narrazione.

Fra questi bambini c’era anche Antonio, detto “Demonio”, una personcina intelligente, sempre in movimento, spinto a ricercare sempre nuove esperienze dalla temerarietà e da una curiosità inesauribile. Il giorno del suo ottavo compleanno, Antonio portò a scuola una torta preparata dalla sua mamma, un appetitoso tiramisù che noi tutti non vedevamo l’ora di gustare. Ma la ricreazione era lontana, bisognava prima eseguire il compito di grammatica. La mente e la pancia di Antonio erano troppo occupate dal pensiero del dolce e della festicciola perciò lui si distraeva e si girava verso i suoi compagni. Era molto attirato da Marta, una bambina con un bel volto da luna piena, occhi scuri e grande bocca sempre aperta. Sì, perché Marta strillava come un’aquila alla minima provocazione e i suoi strilli echeggiavano per tutta la scuola. Antonio adorava sentirla strillare.

Anche quel giorno, irritata dalle orribile smorfie di Antonio e dai gestacci che le faceva mostrando gli artigli, la bambina si mise a urlare e la classe piombò nel caos: c’era chi rideva e chi gridava “basta!”.

Intervenni minacciando Antonio di non festeggiare il suo compleanno e di riferire ai suoi genitori sul suo comportamento. Divenne subito triste e sottomesso come un agnellino. Come ci si può davvero arrabbiare con un bambino nel giorno della sua nascita? Come si può castigarlo? Allora stringemmo un patto: lui avrebbe fatto il bravo e io gli avrei fatto un regalo.

Il mio dono fu una storia, la Maestra Tiramisù, inventata lì per lì ma sicuramente ispirata dal grande repertorio di fiabe classiche che possedevo. Il racconto infatti nacque come una fiaba moderna ma conserva la struttura delle storie antiche: i tre mondi, il viaggio nel sottosuolo, la prigionia, il superamento di prove e di difficoltà, l’aiuto da parte di persone e di animali e specialmente la figura della strega che qui non possiede alcun potere magico ma il fascino tremendo dell’oscurità.

Tutti i bambini si appassionarono al racconto. Quando tornai a casa, per non dimenticarlo lo scrissi velocemente a mano su dei fogli volanti. In seguito, con questa storia partecipai al primo concorso della Raffaello bandito dalla città di Cingoli. La Maestra Tiramisù vinse per la serie rossa de Il Mulino a Vento e, da allora, viene ristampata ogni anno. Antonio è diventato grande, ogni tanto viene a trovarmi per ricordare quando andavamo a scuola insieme. Ha studiato e ora lavora ed è fidanzato. E’ diventato un uomo serio ma è sempre molto curioso e vivace. Il mio racconto continua ad appassionare nuovi bambini perché, come nella fiaba antica, parla di paura ma anche di coraggio, di ferocia ma anche di amicizia, dell’oscurità ma anche delle stelle che la illuminano.

Paola Valente

Paola Valente è nata a Valdagno, in provincia di Vicenza. Vive a Vicenza, dove insegna nella scuola primaria. Ama raccontare ai suoi alunni le storie, che, poi, mette per iscritto. E’ un’appassionata lettrice e vuole trasmettere ai ragazzi il suo amore per i libri. Ha pubblicato vari racconti e romanzi di successo con la Raffaello Editrice, Casa Editrice per cui riveste anche il ruolo di editor della narrativa.

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Scarta il 2 dicembre

Questo è il regalo del 2 dicembre


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