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L’ora del fantasy

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Il segreto delle ombre

Non so voi, ma io fin da piccola sono stata attratta dai racconti di magia

Mi facevo narrare fino allo sfinimento storie popolate da fate, folletti, streghe, giganti e orchi. “Ancora, per favore! Un’altra volta!” – era la preghiera che rivolgevo alla mamma, alla nonna, al papà, a chiunque avesse un po’ di tempo da dedicarmi.  

“Ma ormai la sai a memoria!” – era la risposta ricorrente. Ed era vero, tanto che mi accorgevo se veniva cambiata anche solo una parola. Eppure l’incontro con creature fatate, la potenza degli incantesimi, i luoghi tenebrosi e affascinanti non mi bastavano mai. 

Appena sono stata in grado di leggere da sola, sparivo per ore. Mi ritrovavano accucciata in un angolo o rannicchiata in poltrona con un libro in mano. All’inizio leggevo fiabe classiche, che sono un po’ le antenate del fantasy, poi, arrivata alle medie, non mi capacitavo del fatto che miti e poemi epici fossero addirittura parte del programma scolastico! Fino ad allora pensavo che crescendo si sarebbero studiati argomenti sempre più noiosi e invece la prof Bacci, splendida insegnante di italiano, con le sue lezioni spalancava davanti ai miei occhi le porte di mondi misteriosi narrati nei miti e nelle leggende di terre e popoli lontani, con eroi dai nomi evocativi (Sigfrido, Crimilde, Lancillotto…) coinvolti in vicende intricate e meravigliose. I miei sogni e le mie fantasie si arricchivano di nuovi contenuti emozionanti ed ero sempre in viaggio verso le Terre di Mezzo o il Regno di Fantàsia

Non potendo smettere di inseguire la mia passione, ho scelto un lavoro, l’insegnante, che mi permettesse di continuare a cercare, leggere e raccontare storie. Vi assicuro che tutti i miei alunni, più di 200 in quarantadue anni, si saranno forse dimenticati le lezioni di grammatica o di geografia, ma di certo ricordano e custodiscono nel cuore l’ora di lettura, un’ora fuori dal tempo in cui ciascuno poteva scegliere una posizione comoda, per terra su una trapunta o abbracciato ad un cuscino, mentre le veneziane venivano abbassate per creare la penombra adatta all’ascolto di una storia. 

Volete ridere? Un anno, in una terza elementare, scelsi di leggere, a puntate, il GGG di Roald Dahl. Molti dei miei alunni, affascinati dall’Ora delle Ombre che cattura i lettori nelle prime pagine del libro, corsero ad acquistare una copia del libro, ma li vidi arrivare in classe con la delusione dipinta in viso. Pensavo che il motivo fosse la difficoltà di lettura autonoma, ma non era così. “Maestra, il libro che ho comprato deve essere un’edizione sbagliata: hanno cambiato la voce del GGG!” I miei bimbi, abituati ad ascoltare i toni e le inflessioni diverse con cui animavo i personaggi delle storie, pensavano di sentire le stesse voci anche durante la lettura a casa! Ancora oggi, quando incontro i miei ex alunni, ora giovani uomini e giovani donne, mi capita di sentirmi chiedere: “Mi rifai la voce della Strega Suprema, per favore?”. Penso sia uno dei miei più grandi successi. 

Poi è arrivato il tempo in cui… 

Poi è arrivato il tempo in cui ho cominciato a scrivere.  

Due sono gli ingredienti fondamentali dei miei libri, oltre ai numerosi riferimenti autobiografici: mi piace trasformare certe cose un po’ imprendibili, come le parole, il tempo o le emozioni, in qualcosa di concreto e visibile, così come mi piace trovare un pizzico di magia nella vita quotidiana e nelle persone che incontro ogni giorno.  

Per me non esiste un confine netto tra il mondo reale e quello fantastico: sono convinta che qualche codino fatato si infili tra le fessure dei giorni comuni. Bisogna solo avere occhi e cuore allenati per scoprirlo! 

Il segreto delle ombre 

Lucia, la protagonista di Il segreto delle Ombre, è abbastanza curiosa e intelligente da notare che qualcosa di strano sta succedendo intorno a lei (il famoso codino fatato…). E ha proprio ragione perché, in circostanze che ora non vi svelerò nemmeno sotto tortura, sta per incontrare … la sua ombra in carne e ossa! E come potevo chiamare questo personaggio se non Ombretta? Anche il nome di Lucia, ovviamente, non è casuale: nonostante la mia amica Lucia creda che mi sia ispirata a lei, in realtà mi è parso da subito il nome più adatto per rappresentare le Forze del Bene e della Luce (e con questa confessione spero di non essermi giocata un’amicizia).  

Beh, vorrete sapere come prosegue la storia, immagino. Cercherò di darvi qualche indicazione senza rovinarvi l’effetto sorpresa.  

Dunque, Ombretta propone a Lucia un viaggio un po’ pericoloso in un mondo in cui le emozioni hanno un nome e un volto, come l’Orco del Pozzo, la Donna Ragno o il Vulcano Rabbioso. Ombretta chiarisce che l’incontro con queste creature non sarà semplice e ci saranno prove e paure da affrontare, ma ogni ostacolo superato regalerà un sapere prezioso. Lucia, dopo un momento di esitazione, accetta (meno male, altrimenti il racconto sarebbe finito subito). Da lì in poi, se volete saperne di più, dovrete leggere il libro: solo così potrete accompagnare la protagonista nel suo cammino che, in fondo, è un viaggio che riguarda ciascuno di noi.  

A chi non è mai capitato di provare una rabbia incontenibile sentendosi isolato e preso in giro, come succede al Vulcano Rabbioso? Chi non ha mai desiderato, almeno per un momento, avere tutta per sé una persona o un oggetto, come accade alla Bimba Serpente? La rabbia, la gelosia, la tristezza sono emozioni che abitano ogni cuore e che a volte spaventano o non ci fanno stare bene, però solo guardandole in faccia possiamo fare chiarezza dentro di noi, conoscere la nostra parte più nascosta e sentirci più sicuri, più sereni e più…interi. 

Qual è il mio augurio per chi vorrà leggere il racconto? Innanzitutto spero che la vicenda vi appassioni e vi lasci spesso col fiato sospeso (a volte restavo col fiato sospeso anch’io, perché gli scrittori non conoscono già tutta la storia quando cominciano un libro!). Se poi vi aiuterà a capire meglio e ad affrontare certe situazioni difficili, ne sarò davvero felice.   

È la sfida di ogni libro fantasy: il vero protagonista sei tu, tuo è il cammino e tue le conquiste.  

Buon viaggio!  

Gabriella Pirola

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