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DAILEGGIAMOICLASSICI: Capitani Coraggiosi

Cinque buoni motivi (più uno) per leggere e rileggere Capitani Coraggiosi di Rudyard Kipling

Vediamo insieme perché vale la pena leggere Capitani Coraggiosi, questo classico senza tempo ancora oggi, a distanza di più di un secolo dalla sua prima pubblicazione.

#1 Capitani coraggiosi è una celebrazione dell’avventura. Tutti, in fondo, amiamo l’avventura e sappiamo bene che per apprezzarla non è necessario imbarcarsi su navi che solcano l’oceano o affrontare viaggi pericolosi nella giungla più profonda: a volte è sufficiente aprire un buon libro e immergersi nelle pagine che hanno il potere di portarci lontano, in terre misteriose, che forse non vedremo mai. Si sa che la lettura ha un potere speciale e ci concede il privilegio di un’esplorazione intima e personale anche se siamo comodamente seduti sulla poltrona di casa. Succede con i grandi classici, e capita anche con Capitani coraggiosi. Il romanzo oggi forse non è così noto come lo era fino a un paio di generazioni fa, motivo in più per leggerlo per la prima volta o recuperarlo in questa nuova edizione. In Capitani coraggiosi l’ambientazione è il mare, o meglio, l’oceano Atlantico; il protagonista è Harvey, un ragazzo molto ricco, molto viziato e per nulla simpatico che sta viaggiando bordo di un transatlantico quando, in seguito a un incidente alquanto bizzarro, scivola in acqua e fa naufragio. Viene in salvato da un uomo di mare, un pescatore di merluzzi dell’equipaggio della We’re here, la goletta su cui Harvey trova ospitalità e inizia la sua nuova vita.

#2 Capitani coraggiosi ci permette di conoscere aspetti meno noti, ma affascinanti, della vita in mare. Leggendo questo romanzo, infatti, veniamo a conoscenza di molti particolari della vita dei pescatori: per quanto i tempi siamo cambiati, le riflessioni e le descrizioni di Kipling sono, ancora oggi, attuali. Leggendo il libro scopriamo che il mare ha le sue regole, le sue norme di comportamento, che i pescatori farebbero di tutto per salvare un uomo in mare (tema, purtroppo di stringente attualità) e che la loro vita è durissima. Certo, oggi le barche sono più moderne, si avvalgono di tecnologie sofisticate, ma i sacrifici di un pescatore rimangono sostanzialmente immutati. La vita dell’equipaggio è paragonabile a quella di una famiglia o di un gruppo affiatato di amici: per quanti dissapori o incomprensioni possano emergere, i pescatori della We’re here si vogliono bene e lo dimostrano con i fatti, ancor prima che con le parole. Tutti noi vorremmo una famiglia o degli amici pronti a sacrificarsi per noi e a mostrarci la strada giusta per aiutarci a migliorare.

#3 Capitani coraggiosi è la prova provata (anche letteraria) che cambiare si può, e in alcuni casi si deve. Senza aver paura di anticipare troppo le vicende del romanzo e rovinare il gusto della lettura, va detto che nel periodo della sua permanenza in mare Harvey vive avventure tali da farlo profondamente cambiare. Certo, gli eventi lo hanno costretto a modificare la sua vita, lui non ha scelto nulla; tuttavia, Harvey ha fatto una cosa importante: ha reagito accettando ciò che il destino gli ha offerto e si è impegnato a cambiare. Avrebbe potuto sprecare l’occasione e rimanere lo spocchioso ragazzo pieno di sé che conosciamo all’inizio del libro, ma non l’ha fatto. Cosa c’è di più bello che vedere, quando si legge, il cambiamento di un personaggio? Ammettiamolo: i personaggi che non cambiano mai, quelli che sono sempre uguali a loro stessi dall’inizio alla fine di una storia, non ci appassionano affatto e li troviamo di una noia mortale. Questa, a ben pensarci, è l’essenza della narrativa e soprattutto della narrativa per ragazzi: raccontare il cambiamento di una persona, la sua trasformazione. Capitani coraggiosi è infatti anche un perfetto esempio di romanzo di formazione: Harvey, si trova suo malgrado a vivere situazioni difficili, affronta gli ostacoli e, un po’ alla volta, matura e cresce. È quello che capita a tutti noi nella vita di ogni giorno. Il cambiamento è inevitabile e necessario, l’immobilità è qualcosa di stagnante, da cui fuggire a gambe levate.

#4 Leggere Capitani Coraggiosi ci permette di conoscere l’opera di uno scrittore premio Nobel per la letteratura. Rudyard Kipling, scrittore britannico nato in India (allora colonia inglese) nel 1865, è stato insignito nel 1907 del più prestigioso dei riconoscimenti letterari di tutti i tempi, il premio Nobel, per il romanzo intitolato Il libro della giungla. Ai tempi aveva 41 anni e mai nessuno prima di allora aveva ricevuto quel premio così giovane. Ancora più eccezionale è il fatto che molto prima di arrivare a un tale livello di fama e riconoscimento, Kipling era stato uno studente… per niente modello. Infatti, quando era ragazzo, visti i risultati poco brillanti della sua carriera scolastica, lasciò presto gli studi e iniziò a lavorare come cronista in un giornale. Anche questa è, a dire il vero, una piccola storia interessante (degna, a sua volta, di un romanzo) perché è una storia di riscatto e di rivincita: lo studente che odiava la scuola ha vinto il Nobel per la letteratura.

Rudyard Kipling

# 5 Che Capitani coraggiosi sia una buona scelta di lettura, è ormai chiaro. Un motivo in più per scegliere proprio questa edizione di Raffaello è rappresentato dalle splendide illustrazioni realizzate da Luca Poli che accompagnano le scene più significative ed emozionanti del romanzo. Troverete infatti parti del libro raccontate per immagini, con la tecnica dei graphic novel.


Il nuovo adattamento edito da Raffaello Scuola del romanzo Capitani Coraggiosi di Rudyard Kipling è a cura di Francesca Lombardo. Clicca l’immagine per sfogliare il libro!

Autore

  • Francesca Lombardo nasce, cresce e studia a Milano per poi trasferirsi nelle Marche dove insegna Lettere nella scuola di un piccolo borgo medievale. Quando non è impegnata con i suoi studenti, svolge l’attività di editor, legge, scrive e ascolta musica. Ama la montagna d’estate e il mare d’inverno.

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