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Chi legge una storia a voce alta offre un regalo prezioso

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Intervista a Emanuela Nava

Emanuela Nava, una delle voci più significative della letteratura italiana per ragazzi, ci ha concesso un’intervista per la rubrica “Letture in famiglia” per riflettere insieme sull’importanza della lettura ad alta voce per i bambini e le bambine.

Emanuela Nava, autrice di libri divenuti veri e propri classici come “Coccodrilli a colazione”, “Mamma nastrino”, “L’albero e il bambino”, “La bambina che amava la bellezza”, “Sognando l’India” e tantissimi altri, è anche un’esperta di lettura a voce alta e tiene corsi in tutta Italia per trasmettere a grandi e piccini il potere delle storie e della lettura.

Cosa significa leggere?
Leggere, raccontare, accarezzare con la voce il bambino che ci sta vicino significa abbracciarlo con la voce e con l’energia creatrice del cuore. E sappiamo che il cuore è anche il centro vitale, la sede del calore che anima la vita. Per gli antichi il cuore era la sede della mente superiore, dell’intuito, dell’immaginazione. Il sole del microcosmo che irradia luce. Pensiamo quindi quanta potenza possa avere leggere con il cuore.

Leggere… con il cuore?
Sì, con il cuore dell’immaginazione. Quando si legge a voce alta non si legge per se stessi, ma per gli altri. La voce diventa un tramite molto forte tra noi e chi ci ascolta; anche lo sguardo, le pause, i silenzi sono molto importanti e densi di significati. Per riuscire a leggere a voce alta per gli altri, occorre visualizzare molto bene quello che si legge. Vederlo con gli occhi, mentre le parole scorrono sulla pagina.
La metafora dell’argento inoltre ci ricorda che bisogna essere asciutti e comprendere bene il testo, senza averne paura. Non dobbiamo essere uno specchio appannato dalle nostre emozioni, bensì riflettere solo quelle della storia che stiamo leggendo.

Emanuela, tu che sei una vera maga della narrazione, cosa puoi dirci a proposito della magia e della forza delle storie?
L’argento è il migliore conduttore di elettricità̀ e calore fra tutti i metalli. È pesante e prezioso. Può̀ essere lucidato fino a brillare. L’argento suona.
Ma l’argento in natura si trova soprattutto nel piombo. Così come ci insegnano le storie.
Ecco perché davanti agli eventi dolorosi della vita, l’abbandono, la malattia e la morte, ma anche di fronte alle piccole e grandi domande, le storie luminose che nascono dall’immaginazione attiva, dall’ascolto interiore, diventano metafore potenti capaci di affrontare e vincere le paure e i mostri che abitano dentro di noi. Ce lo ricorda molto bene Bruno Bettelheim ne “Il mondo incantato”.

Cosa puoi dirci a proposito della voce che racconta?
Anche la voce che racconta le storie è d’argento. Anche se non è sempre facile riconoscere che quando si narra o si legge una storia a voce alta si diventa un tutt’uno con la storia, cioè specchio di ciò che si racconta. Non si è solo argento, ma, se la storia è potente, si è argento vivo: mercurio. Cioè quella sostanza leggera e pesante, velenosa e curativa, capace di trasformarsi e di andare in ogni direzione. Le fiabe tradizionali sono un grande esempio di mercurio, purché non vengano tagliate e censurate.

Hai una prova convincente che leggere ai bambini serve?
Ne è un esempio potente, tra i tanti, il libro “Il gatto che aveva perso la coda”. Nato nel 2010 da un’idea di due tecnici di radioterapia dell’Istituto dei tumori di Milano, pubblicato dalla casa editrice Carthusia, è stato scritto per i bambini, che obbligati a indossare un casco fissato al lettino da due bulloni, soli in una stanza, lontani dai loro genitori, erano spesso in preda al panico e dovevano quindi essere sedati.

Ed ecco la notizia che più conforta e emoziona: da quando la storia viene letta dai genitori per una settimana intera prima dell’inizio della cura e raccontata di nuovo dai tecnici e dai medici che accolgono i piccoli pazienti, i bambini non devono più essere addormentati.

Qual è l’età giusta per iniziare l’ascolto di storie?
Si ascolta da sempre, da quando si è piccolissimi, persino da quando si è ancora nella pancia della mamma, si sentono e si riconoscono le voci. Le loro vibrazioni. Quando scrivo, io ascolto la voce dei miei personaggi: sono loro che mi raccontano la loro storia.

Quale consiglio daresti ai genitori e agli insegnanti che desiderano leggere ai propri figli e ai propri allievi?
Ricordare sempre che chi legge una storia a voce alta, regala tempo e dedizione. Offre un regalo prezioso. Bisogna leggere a voce alta senza chiedere nulla in cambio. Anche se poi si riceve, in emozioni condivise, molto di più di quello che si dà. Ma non vale leggere ai bambini e ai ragazzi per ottenere bravi lettori o bravi studenti. O frettolosi compitini scolastici. La lettura è vicinanza, è immaginazione, è intima partecipazione. È bellezza donata. Ricordiamoci quello che ha detto, a questo proposito, Daniel Pennac.

In conclusione, qual è la forza della lettura ad alta voce?
Le storie, con i sentimenti e i percorsi che suggeriscono, aiutano i bambini ad affrontare le paure, a costruire risorse interiori, a rapportarsi con la realtà mantenendo una gioiosa leggerezza, anche nei confronti di aspetti dolorosi. Insegnano a escogitare riti o sistemi personalissimi di difesa e ad acquisire così la forza necessaria per affrontare la vita. Le storie curano l’anima, la curano nel silenzio che segue la parola detta e ascoltata.



Patrizia Ceccarelli

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